DIVISIONE FOTOVOLTAICO

Pannelli fotovoltaici monocristallini

Le celle fotovoltaiche monocristalline sono realizzate utilizzando un singolo cristallo di silicio; ed è proprio nella purezza del silicio utilizzato che risiede il motivo della loro alta efficienza.
La potenza media di un modulo standard, di dimensioni 160 cm x 85 cm, si aggira intorno ai 150-180 Watt, con un peso complessivo inferiore ai 20 kg.
I moduli monocristallini sono composti da decine di celle, tipicamente 72, di forma circolare oppure ottagonale di 10-12 cm di diametro e 0,2-0,3 mm di spessore e con una colorazione uniforme blu scuro o nera.

L’omogeneità della colorazione dona a questi pannelli un aspetto gradevole, adatto per le applicazioni più diverse. La presenza di una superficie vetrata e di una cornice in alluminio assicura protezione e solidità al pannello.
Questo conferma come la tecnologia fotovoltaica sia davvero sostenibile, dal momento che presenta un bilancio energetico-ambientale pienamente in attivo.

Le prestazioni
Le caratteristiche tecniche e i prezzi dei moduli monocristallini sono molto simili a quelle dei policristallini.

Attualmente, tra tutte le tecnologie fotovoltaiche disponibili a livello commerciale il monocristallino è quella caratterizzata mediamente dalla più alta densità energetica.

I moduli monocristallini presentano elevati rendimenti elettrici, variabili tra il 14 e il 17%.

Quindi, a parità di kWp installati, un impianto fotovoltaico con moduli monocristallini ha il vantaggio di occupare di solito uno spazio inferiore rispetto a un impianto con moduli policristallini o in silicio amorfo.

Per questo motivo, il monocristallino è preferito in tutte quelle situazioni in cui vi è una limitata disponibilità di spazio per l’installazione.

La potenza nominale di un modulo fotovoltaico (e quindi anche di un impianto) si misura in kWp, cioè "kilowatt di picco". Nel caso del fotovoltaico non è possibile fare semplicemente riferimento a un dato di potenza nominale "oggettivo", così come avviene ad esempio per le caldaia o i motori. Infatti, a causa dell'estrema variabilità della radiazione solare, la potenza effettiva di un modulo cambia continuamente. I kWp individuano la potenza istantanea erogata da un modulo in condizioni standard di irraggiamento: 1.000 W/m² di radiazione solare e 25 °C di temperatura. La superficie media, su un tetto inclinato, necessaria per avere 1 kWp installato è di circa 8 m² di moduli cristallini. Una famiglia di 3-4 persone, che intende azzerare le proprie bollette grazie al fotovoltaico connesso in rete con il Conto energia, avrà bisogno di una potenza installata di 2-3 kWp, pari a 16-24 m².
La diminuzione delle prestazioni
Le prestazioni dei pannelli monocristallini si riducono all’incirca dell’1% l'anno. Mediamente, quindi, funzioneranno al 90% della propria potenza nominale dopo 10 anni e all’80% dopo 20 anni e così via.

Per questo motivo, nonostante la vita minima di un pannello fotovoltaico sia superiore ai 25 anni, la progressiva perdita di efficienza ne rende necessaria prima o poi la dismissione o la sostituzione.

I pannelli cristallini risultano molto sensibili sia alla presenza di ombreggiature, anche parziali, sia alla diminuzione della radiazione solare per condizioni di nuvolosità o di scarsa insolazione. In questi frangenti, il silicio amorfo risulta più efficiente.
Il bilancio energetico
L’intero processo produttivo, dalla lavorazione del silicio all’assemblaggio del modulo, è estremamente dispendioso in termini energetici.

Si calcola che ogni modulo cristallino (sia mono che policristallino) impieghi circa 3-6 anni per produrre energia elettrica in quantità pari a quella utilizzata per produrlo; il tempo di ritorno energetico (il cosiddetto EPBT, “Energy Pay-Back Time”) risulta inferiore per i pannelli in silicio amorfo.

Nel corso della sua vita utile di oltre 25 anni, un pannello fotovoltaico è in grado di produrre fino a 10 volte più energia di quella che è stata necessaria per produrlo. Detto in altri termini, l'energia prodotta da un pannello consentirebbe di produrne fino ad altri 10 di tecnologia equivalente.

Questo conferma come la tecnologia fotovoltaica sia davvero sostenibile, dal momento che presenta un bilancio energetico-ambientale pienamente in attivo.
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Pannelli fotovoltaici policristallini

I moduli policristallini (o “multicristallini”) sono caratterizzati da rendimenti elettrici intermedi tra quelli dei moduli monocristallini e in silicio amorfo.
Se è vero che i rendimenti sono leggermente inferiori a quelli del monocristallino, tuttavia anche il costo dei moduli, a parità di potenza installata, risulta normalmente inferiore.
La potenza media di un modulo standard, di dimensioni 160 cm x 85 cm, si aggira intorno ai 150-180 Watt, con un peso complessivo inferiore ai 20 kg.
I moduli policristallini sono composti da decine celle, tipicamente 72, di forma ottagonale oppure quadrata.
Le celle fotovoltaiche sono realizzate a partire da più cristalli di silicio, ricavati dal riciclaggio degli scarti dell’industria elettronica. L’accostamento di più cristalli dona a queste celle, e quindi all’intero modulo, una caratteristica colorazione blu cangiante.

Le prestazioni
I moduli policristallini presentano valori di efficienza variabili tra l'11% e il 14%.

La minore densità energetica del policristallino rispetto al monocristallino, in realtà deve essere verificata "sul campo": pannelli policristallini di ottima qualità possono avere rendimenti pari (se non superiori) a quelli di pannelli monocristallini di qualità medio-bassa.

La potenza nominale di un modulo fotovoltaico (e quindi anche di un impianto) si misura in kWp, cioè "kilowatt di picco". Nel caso del fotovoltaico non è possibile fare semplicemente riferimento a un dato di potenza nominale "oggettivo", così come avviene ad esempio per le caldaia o i motori. Infatti, a causa dell'estrema variabilità della radiazione solare, la potenza effettiva di un modulo cambia continuamente. I kWp individuano la potenza istantanea erogata da un modulo in condizioni standard di irraggiamento: 1.000 W/m² di radiazione solare e 25 °C di temperatura. La superficie media, su un tetto inclinato, necessaria per avere 1 kWp installato è di circa 8 m² di moduli cristallini. Una famiglia di 3-4 persone, che intende azzerare le proprie bollette grazie al fotovoltaico connesso in rete con il Conto energia, avrà bisogno di una potenza installata di 2-3 kWp, pari a 16-24 m².
La diminuzione delle prestazioni
Le prestazioni dei pannelli policristallini si riducono all’incirca dell’1% l'anno. Mediamente, quindi, funzioneranno al 90% della propria potenza nominale dopo 10 anni e all’80% dopo 20 anni e così via.

Per questo motivo, nonostante la vita minima di un pannello fotovoltaico sia superiore ai 30 anni, la progressiva perdita di efficienza ne rende necessaria prima o poi la dismissione o sostituzione.

I pannelli cristallini risultano molto sensibili sia alla presenza di ombreggiature, anche parziali, sia alla diminuzione della radiazione solare per condizioni di nuvolosità o di scarsa insolazione. In questi frangenti, il silicio amorfo risulta più efficiente.
Il bilancio energetico
L’intero processo produttivo, dalla lavorazione del silicio all’assemblaggio del modulo, è estremamente dispendioso in termini energetici.

Si calcola che ogni modulo cristallino (sia mono che policristallino) impieghi circa 3-6 anni per produrre energia elettrica in quantità pari a quella utilizzata per produrlo; il tempo di ritorno energetico (il cosiddetto EPBT, “Energy Pay-Back Time”) risulta inferiore per i pannelli in silicio amorfo.

Nel corso della sua vita utile di oltre 25 anni, un pannello fotovoltaico è in grado di produrre fino a 10 volte più energia di quella che è stata necessaria per produrlo. Detto in altri termini, l'energia prodotta da un pannello consentirebbe di produrne fino ad altri 10 di tecnologia equivalente.

In definitiva questo conferma come la tecnologia fotovoltaica sia davvero sostenibile, dal momento che presenta un bilancio energetico-ambientale pienamente in attivo.
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Pannelli fotovoltaici in silicio amorfo

I moduli in silicio amorfo sono caratterizzati da rendimenti elettrici inferiori rispetto ai pannelli cristallini e imputabili al particolare processo produttivo con cui sono realizzati.
Nel caso del silicio amorfo è improprio parlare di celle fotovoltaiche: il silicio infatti viene deposto uniformemente e in piccolissime quantità su superfici plastiche o vetrate, formando un unico film sottile o thin film dello spessore di qualche millesimo di millimetro.
I moduli sono disponibili sia nella tradizionale struttura rigida, con telaio di rinforzo, sia in rotoli flessibili per impianti ad alta integrazione architettonica . I pannelli in silicio amorfo hanno una colorazione omogenea, di solito nera o comunque scura, e hanno particolari doti di flessibilità e leggerezza.

Lo spessore complessivo del modulo, telaio compreso, è di pochi millimetri e l'aspetto è complessivamente più accattivante rispetto ai "cugini" in silicio cristallino.
Tutte queste caratteristiche fanno del silicio amorfo la tecnologia ideale per applicazioni architettoniche avanzate, in cui è fondamentale ricercare la massima resa estetica anziché puntare unicamente sulla producibilità dell'impianto.
Il costo dei moduli in silicio amorfo, per Watt installato, è inferiore anche del 30-40% rispetto alle tecnologie in silicio cristallino.

Le prestazioni
I moduli in silicio amorfo presentano bassi rendimenti elettrici, con valori compresi tra il 6 e il 10%.

Il limite principale del silicio amorfo risiede proprio nella bassa densità energetica del materiale, che costringe all'utilizzo di ampie superfici.

Se si dispone di poco spazio utile per l'installazione, il consiglio è quello di puntare sui tradizionali moduli mono o policristallini.

La potenza nominale di un modulo fotovoltaico (e quindi anche di un impianto) si misura in kWp, cioè "kilowatt di picco". Nel caso del fotovoltaico non è possibile fare semplicemente riferimento a un dato di potenza nominale "oggettivo", così come avviene ad esempio per le caldaia o i motori. Infatti, a causa dell'estrema variabilità della radiazione solare, la potenza effettiva di un modulo cambia continuamente. I kWp individuano la potenza istantanea erogata da un modulo in condizioni standard di irraggiamento: 1.000 W/m² di radiazione solare e 25 °C di temperatura. La superficie media, su un tetto inclinato, necessaria per avere 1 kWp installato è di circa 14 m² di moduli in silicio amorfo.
La diminuzione delle prestazioni
Dopo alcuni mesi dall'installazione, i moduli subiscono un brusco calo di efficienza, pari circa al 20%.

Per il restante periodo di vita utile del modulo, il rendimento si mantiene intorno all'80% o poco meno, della potenza nominale.

Si stima che dopo 25 anni di vita, un modulo in silicio amorfo renda il 75% della potenza iniziale.

Nota bene. Il calo di rendimento del silicio amorfo è un fenomeno previsto e ben conosciuto. Per questo ragione, i moduli con potenza di targa di 40 W, nei primi mesi assicurano una potenza del 20% superiore, corrispondente a 48 W.

Quando la radiazione solare incidente sui pannelli non è ottimale (nuvolosità, ombreggiature, ecc.), il silicio amorfo assicura una migliore resa energetica rispetto al silicio cristallino.

È chiaro quindi che il silicio amorfo può essere un'ottima soluzione per quelle zone in cui la forza della radiazione solare è attenuata da caratteristiche climatiche sfavorevoli, come ad esempio in pianura padana. Al contrario, in zone particolarmente assolate come l'Italia centro-meridionale, la tecnologia fotovoltaica esprime i massimi rendimenti con i pannelli mono e poli cristallini.
Il bilancio energetico
Il silicio amorfo è la tecnologia fovoltaica con il minor impatto ambientale in fase di produzione.

Il particolare processo produttivo, in cui si utilizzano limitate quantità di silicio, fa sì che in circa 2 anni ogni modulo abbia già prodotto energia elettrica in quantità pari a quella utilizzata per produrlo.

Questi 2 anni corrispondono al tempo di ritorno energetico (il cosiddetto EPBT, "Energy Pay-Back Time"), che arrivano fino a 6 per i moduli in silicio cristallino.

Nel corso dell'intera vita utile, ogni pannello è in grado di produrre fino a 10 volte più energia di quella che è stata necessaria per produrlo. Detto in altri termini, l'energia prodotta da un pannello consentirebbe di produrne fino ad altri 10 di tecnologia equivalente.

In definitiva questo conferma come la tecnologia fotovoltaica sia davvero sostenibile, dal momento che presenta un bilancio energetico-ambientale pienamente in attivo.
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Scarica il test di confronto, con dei pannelli in policristallino, effettuato in laboratorio

 
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